[archiattack] 2013

Giancarlo Marcali
Ri(e)voluzione è la nuova installazione appena terminata nella quale la mia ricerca si sviluppa verso lo sbocco di una dimensione più spirituale. Da una attenta analisi del momento doloroso che mi ha portato a “sezionare” in maniera chirurgica l'attimo in cui tutto crolla e muore, cerco una via per allontanarmi da questo dolore attraverso una intuizione.
Mesi fa sono venuto in possesso delle radiografie di un'aquila ferita in Liguria.
Mesi fa sono venuto in possesso delle radiografie di un'aquila ferita in Liguria. Mi è venuta
in mente la mia installazione “La memoria del dolore” nella quale avevo
raccolto le radiografie di 33 persone morte di cancro per creare un'unica identità che rappresentasse tutte loro, ed ho deciso di regalare le ali di quest'aquila alla mia opera.
L'installazione si sviluppa su 6 strati di radiografie all'interno di vetri che a prima vista appaiono scoordinate ma che per effetto di un procedimento pseudo anamorfico si ricompongono in un unico punto dello spazio facendo apparire la mia vecchia installazione prendere il volo.
E' un atto di fede nei confronti della vita. Il nostro dolore ci curerà, si addolcirà e ci porterà a ritrovare la nostra identità.
Giancarlo Marcali (Richterwil (Svizzera), 1963) sviluppa la sua ricerca artistica in un percorso di ricerca del attimo doloroso. Quanti tipi di dolore lacerano l'essere umano? Infiniti, quanto l'abisso dell'anima. Ma tutti lasciano una traccia del loro passaggio, una cicatrice, visibile o meno. A dispetto
delle nostre diversità, Giancarlo ci riunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, per la materia di luce di cui siamo composti, ricordandoci che malgrado lunghi percorsi abbiamo un'origine comune e che il dolore di ognuno ha il diritto di essere espresso.
E’ un dolore composto che non cerca il momento drammatico.
È l’enfasi liberatoria di un uomo non più prigioniero di paure sue e altrui che si apre con fiducia al suo prossimo, mostrando anche le ferite dell’anima. Finalmente, ha imparato che un dolore condiviso viene dimezzato.


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