Fabio Mina cerca di dare al flauto traverso un’immagine lontana da cliché e formalismi, esplorandone le possibilità acustiche e espandendone le sonorità attraverso l’elettronica dal vivo ed effetti.
Dal 2007 collabora col trombettista tedesco Markus Stockhausen con cui si è esibito in diversi festival in Italia e in Germania. Lo stesso Stockhausen, nel 2011, ha prodotto il suo primo album 'Vìreo' e partecipato al secondo “The Shore” assieme al percussionista Marco Zanotti. Ha anche collaborato con Kudsi Erguner, Fabrizio Ottaviucci, Enzo Pietropaoli, Luigi Ceccarelli, Cristiano De Andrè e Vinicio Capossela. Appassionato di field recording ama dialogare con l’ambiente, attraverso registrazioni effettuate con diversi microfoni in grado di catturare i suoni più nascosti e meno identificabili.
Elemento portante per la sua musica è l’improvvisazione, il linguaggio che meglio permette di esprimersi in contatto col momento e di essere in un ascolto non solo introspettivo, ma anche rivolto al clima, all’atmosfera circostante; anche l’utilizzo di strumenti a fiato di diversa provenienza contribuisce a discostarsi dalle visioni più puriste dei generi cercando di collocarsi, con spontaneità, tra fruibilità e sperimentazione, spesso ritenuti poli non comunicanti, territori lontani tra loro.
HIGH WINDS MAY EXIST è il suo ultimo progetto e ruota intorno al tema del vento sia come ispirazione musicale, con il suo suono variegato registrato con vari microfoni in diversi luoghi d'Italia, sia come simbolo di imprevedibilità, forza, pace, mutamento, tensione.
Fabio Mina; flauto, duduk, khaen, danmoi, effetti, elettronica